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Omaggio dell’Autore e dell’Editore. Volume cartaceo esaurito
INCIPIT
Lunedì
Non erano ancora le 9 e già l'aria aveva assunto una temperatura pressoché da fornace. L'ultimo paziente dell'anno, prima della sospensione per ferie estive, doveva presentarsi tra poco.
Nik, lo psicologo Nicola Aquamonti, lo aspettava in giacca e cravatta nell'ambiente fresco dello studio: una temperatura ideale, grazie al nuovo impianto di aria condizionata. Stava terminando di leggere un libro di Martin Seligman, Authentic Happiness. Gli piaceva il suo approccio. Seligman ritiene che lo psicologo non debba preferenzialmente dedicarsi alla cura delle malattie mentali. Un importante campo di attività consiste nello studiarsi di aiutare chiunque a raggiungere... la felicità. Non solo psicopatie, non solo psicoterapia, dunque, ma anche applicazione scientifica tesa a migliorare l'atteggiamento mentale delle cosiddette persone normali.
Nik aveva discusso del concetto di felicità con la sua Pamela. Benché fosse laureata in filosofia e non in psicologia, si interessava sempre di più al lavoro di lui, rivelandosi una collaboratrice quanto mai preziosa. Le era subito venuto in mente Epicuro: "Per raggiungere la felicità", aveva ricordato, "Epicuro afferma che basta vivere. La vita è un dono così bello che è sufficiente rendersene conto, e poi si è per forza felici. La felicità, per lui, è uno stato di beatitudine che deriva da una vita senza desideri, affanni e soprattutto ansie di avere ciò che non si ha". E aveva aggiunto: "Se vuoi una riflessione più moderna, Abbagnano dice che la felicità della vita umana è nella sua pienezza. Ma avverte che occorre misura, misura che consenta di viverla in tale pienezza senza lanciarla all'inseguimento di mete irraggiungibili".
"Meglio mete raggiungibili, quindi, anche se modeste. Se sono alla nostra portata, quando le raggiungiamo ne abbiamo gioia. Mentre, se sono troppo distanti dalle nostre possibilità, è facile non riuscire a raggiungerle. E questo, in psicologia e non solo, si chiama frustrazione. Troppe frustrazioni possono portare anche a una nevrosi, mentre qualche gioia ti rende la vita migliore. Sei d'accordo, Pam?".
"Certo. Sagge parole, mio bel parruccone. Scherzi a parte: ritengo che l'ansia di volere troppo possa davvero distruggere un'esistenza... Ma ottenere tanto, tantissimo, senza magari sperarlo, è una bella gioia, ammettiamolo!". Sorrisero entrambi. Poi Pamela uscì dallo studio, lasciando Nik che riprendeva a leggere e a riflettere, secondo la sua abitudine. Infatti non si limitava mai ad assorbire acriticamente quanto i vari studiosi proponevano. Lui l'accettava soltanto dopo lunghe riflessioni, esaminando accuratamente i pro e i contro.
Dopo qualche minuto Pamela tornò in studio con un vecchio libro, piuttosto malandato: "Senti cosa dice Lambruschini, Nik".
"Lambruschini?".
"Raffaello Lambruschini, un pensatore dell'Ottocento".
"A proposito di cosa?".
"Del discorso di prima".
"Leggi, sono curioso".
"Quando desideriamo una cosa che ci manca, ci pare che saremmo felici possedendola. Conseguitala, dopo i primi momenti non ne sentiamo più il piacere e non siamo contenti".
"Un tipo allegro, doveva essere".
"Cosa dice lo psicologo?"...