INCIPIT
Lunedì
Il rientro dalle vacanze è sempre un poco pesante, ma non per tutti. In particolare lo psicologo Nicola Aquamonti, Nik, lo considerava quasi un relax. Di fatto non gli era rimasto molto tempo per svagarsi, durante il periodo estivo. Questo perché non aveva saputo né voluto negarsi a persone che avevano bisogno delle sue esclusive capacità. "Non riuscire a ‘staccare' in vacanza è un sintomo di nevrosi", si era detto. Ma lui a staccare ci riusciva benissimo. Era che non ce la faceva proprio a rifiutare il suo aiuto a chi ne aveva bisogno, vacanza o non vacanza.
Perciò aveva confessato a Pamela, l'amatissima Pam, mentre si preparavano per tornare in città: "Non vedo l'ora di andarmi a riposare nel mio studio!". E lei ne aveva riso. Conosceva bene il carattere generoso del suo Nik, e alle volte gli chiedeva di pensare un po' di meno agli altri e un poco di più a se stesso.
In effetti il ritorno fra quelle pareti ben note e serene, coperte di libri dalle copertine multicolori, gli infondeva sicurezza, calma e tranquillità. Ci stava bene, insomma. Così lei gli aveva fatto trovare un bigliettino con una poesiola, sul tavolo dello studio. Diceva:
Per tutti la vacanza è un gran riposo,
ma non pel mio Nicola, l'Aquamonti;
può divenirgli troppo faticoso
questo allargamento di orizzonti:
lui vuol soltanto lavorare in pace
e viver nello studio che a lui piace.
Nik lo lesse e sorrise compiaciuto, perché quei versi coglievano perfettamente la sua personalità, meglio di tante parole. "Centrato in pieno, Pam!", esclamò, e lei sentì la sua voce mentre passava di fronte alla porta dello studio. Ridacchiando, la ragazza andò nell'appartamento della madre, cui si accedeva attraverso un finto armadio dall'alloggio che condivideva con Nik. Stava traducendo un testo di un pragmatista dell'Ottocento; non aveva smesso neppure durante le vacanze ed era a buon punto.
Trovò una rosa, appoggiata sulla scrivania. Era ancora in boccio, e sapeva che con quello Nik voleva dirle non soltanto che l'amava, ma che lei era giovane, addirittura... una bambina. Giocavano sovente sui cinque anni che li separavano, e lei gli dava spesso del vecchio. Annusò con piacere il fiore, e sorrise. Era contenta di lui, delle sue attenzioni, del suo amore. Ed era contenta di se stessa, del proprio lavoro, di come conduceva la vita.
Un'ombra ne offuscava però la serenità. Sua madre, già da tempo malata, aveva subito un peggioramento progressivo, tanto che avevano dovuto ricorrere al pronto soccorso. Stava diventando sempre più scontrosa e prepotente. Già diverse badanti l'avevano lasciata e si era dovuto provvedere a sostituirle. Pamela non voleva arrendersi all'evidenza, che Nik le aveva presentato con molto garbo: "Il processo di invecchiamento non è reversibile", le aveva spiegato. Lui sapeva che la mamma avrebbe potuto soltanto peggiorare. Non era preda dell'alzheimer, come le avevano diagnosticato un poco affrettatamente, ma un'altra forma di demenza senile la stava logorando. Così le sue condizioni peggioravano. Non di giorno in giorno in maniera pressoché continua, ma a gradini. Rimaneva per un certo periodo ferma a uno stadio, con piccole variazioni, che...