INCIPIT
Lunedì
"È un vero peccato che nessuno abbia visto, Pam", mormorò Nik, lo psicologo Nicola Aquamonti, cercando di nascondere il proprio disappunto, "e pensare che è stata una bella botta, se le ruote anteriori della cabrio sono salite sul marciapiede". Ma sua moglie Pamela obiettò: "Nessuno ha visto? Diciamo che nessuno ha il coraggio di dire di aver visto. Quel camion ha bocciato la nostra auto questa notte, ma davanti a un albergo: impossibile che non ci fosse nessuno. Del resto, sappiamo perlomeno che era un camion". "Sì, così ci ha detto il meccanico che deve riparare il frontale, valutando l'altezza del… mostro". "Il fatto è che, senza testimoni, senza numero di targa dichi ha investito una macchina correttamente parcheggiata e ferma, dovremo pagarci tutto il danno. Comincio ad arrabbiarmi! Odio gli imprevisti!", commentò Pamela. Lui percepì: "Non temere mai l'imprevisto, perché non esiste. E sii forte, forte della tua stessa forza, della tua potente volontà. Desidera ardentemente – solo il bene, ricorda– e il bene si compirà". Sorrise, perché capì che il messaggio gli giungeva dal proprio Io profondo, cui faceva sovente ricorso per ottenere dei consigli o delle spiegazioni utilizzando il metodo junghiano, da lui potenziato. Manon lo riferì a Pamela, che avrebbe di sicuro polemizzato. Preferì dirle: "Suvvia, Pam, ne capitano di peggio! Dai, non fare quella faccia arrabbiata! Non ne vale la pena!". "E per cosa val la pena di arrabbiarsi, allora?". "Non farmi fare un elenco, ma ti basti: la macchina avrebbe potuto prender fuoco, e adesso avremmo in mano un bel tizzone fumante!". Lei si fermò a pensare e Nik ne approfittò per pensare anche lui. Rivedendo il messaggio che aveva ricevuto, si chiese: "Come si può dire che l'imprevisto non esiste?". E il suo Io profondo rispose subito: "Si può dire nel senso ontologico che l'imprevisto lo è solo per l'uomo, ma non per il cosmo, non per la legge che tutto governa, e che genera, anche, quello che per l'uomo si chiama imprevisto".Nik chinò il capo, come a volte gli veniva spontaneo fare di fronte alla profondità delle parole che riceveva e alla vastità dei loro orizzonti, nel confronto con i suoi, ‘limitatamente umani'. Poi si ricordò che sua moglie aveva chiesto, ironicamente, per cosa val la pena di arrabbiarsi. E poté citare un suo grande ispiratore, William James.Disse: "L'arte di essere saggi è l'arte di capire a cosa si può passar sopra, scrive James nei Principi di psicologia". Pamela non si lasciò convincere: "Vuol dire che non sono saggia, non lo sono per niente! Del resto, vorrei vedere il tuo James, se gli avesse bocciato la macchina un camion fantasma!". Risero insieme, perché lei aveva in effetti accettato la riserva del grande filosofo e psicologo ottocentesco, che apprezzava come lo apprezzava Nik, e conosceva anche per aver tradotto un suo libro. Poi Pamela diede un'occhiata all'orologio e guardò il marito, con un'espressione dubbiosa: "Sono già le nove…Non ti sembra il caso di scoprire chi ci ha bocciati… con i tuoi sistemi, Nik?". Lui scosse il capo: "No, mi pare quasi peccaminoso sprecare energie per una cosuccia… terrena. Del resto, se individuassi l'investitore, cosa potrei dire alla policija? Si tratta di Tizio e di Caio. Lo so perché l'ho percepito telepaticamente? Finisce che arrestano me!". Pamela non poté che assentire.