Nicola Aquamonti e la strana vacanza

Nicola Aquamonti e la strana vacanza

INCIPIT

Lunedì

L'aereo si staccò da terra, gemendo nelle sue strutture, forse un poco stanche per il gran numero di anni di servizio. Ma era il primo a partire, quella mattina, ed era diretto in un luogo che prometteva calma e piacevole tranquillità. Così non erano andati tanto per il sottile.

"Purché non cada!", sussurrò fra il serio e il faceto Pamela Assorri al suo Nik, lo psicologo Nicola Aquamonti. Lei non aveva affatto gradito di leggere sulla fusoliera, dipinta proprio sotto l'abitacolo del pilota, la scritta 'Enola Gay', di tragica memoria e di gusto assai discutibile. Ma quell'aereo non sarebbe mai riuscito a decollare con una bomba di quattro tonnellate nella fusoliera, si trovò a pensare, mentre le dita le si incrociavano automaticamente.

Lui rispose con un sorriso. Non era precisamente un fatalista, nel senso che non accettava supinamente ogni evento della vita, ma cercava di agire in essa. Però credeva che una volontà superiore sovrintendesse a tutto, e quindi anche al loro destino di esseri umani. Riteneva la vita una sorta di prova d'esame, per poter superare una barriera e assurgere a una situazione migliore; o invece piombare in una peggiore, se l'esame risultava negativo. Era sereno, anche se un poco preoccupato per il continuo stridore generato dalle vetuste strutture dell'aereo.

Quella vacanza doveva preludere al loro matrimonio, rimandato più volte per cause imprevedibili. Assumeva un sapore particolare, quale ultima occasione di stare insieme senza ancora essere sposati, ma col forte desiderio di 'convolare a giuste nozze', come aveva commentato Sara Vergnanisi, la loro amica giornalista. L'avevano lasciata con rimpianto, insieme a suo marito Andrea, l'ingegnere, e alla piccola Nicoletta, di cui erano padrino e madrina.

Dopo qualche giorno in montagna si erano trasferiti al mare insieme ai Vergnanisi, in un albergo pieno di comodità, per godersi una vacanza di tutto riposo. Ma era capitato che molti, troppi clienti dell'hotel avevano riconosciuto Nik. Così le richieste di consigli e di pareri legati alla sua professione di psicologo e in particolare alle sue capacità extrasensoriali fioccavano. E lui, troppo generoso per negarsi, non aveva pace. Anche lei veniva richiesta di spiegazioni specialmente legate alla filosofia anglosassone, visto che traduceva testi filosofici dall'inglese. Perciò avevano di comune accordo deciso di 'scappare'.

Ora stavano fuggendo da quell'attrezzatissima spiaggia e da quell'hotel incantevole, davvero all'altezza delle sue cinquestelle lusso. Ma anche dal faticoso lavoro fuori programma che aveva impedito loro di rilassarsi. Facevano rotta verso una spiaggia parimenti bella, ma piuttosto fuori dai consueti percorsi turistici degli europei. Lì nessuno li avrebbe riconosciuti, e così avrebbero potuto vivere la loro residua vacanza – una settimana appena – come villeggianti qualsiasi.

Ed era ciò che desideravano fortemente.