Testo completo (formato pdf)
Omaggio dell’Autore e dell’Editore. Volume cartaceo esaurito
INCIPIT
Lunedì
"Che ne pensi, Nik, può andare?". Pamela Assorri si stava drappeggiando un abito da sera, di un viola squillante. Era una mattina piovosa, molto scura. Ma nel lussuoso negozio la luce non mancava. Tutti i preziosi lampadari erano accesi, creando un'atmosfera ricca e festosa. I faretti che illuminavano la passerella facevano pensare a una vera e propria sfilata di alta moda.
Nik, lo psicologo Nicola Aquamonti, seguiva supinamente le evoluzioni dell'amatissima compagna di vita. Ieri le aveva detto che la preferiva in jeans e maglietta, o tutt'al più... in minigonna. "Tu stai bene con qualsiasi cosa ti metta addosso, Pam!".
Al che lei aveva esclamato: "Grazie del complimento, ma non sviare il discorso: domenica sera dobbiamo andare a una première, Nik, non al circo! Una première esclusiva, con un sacco di personaggi famosi, piena di esperti internazionali di musica classica! Ci penso da un anno intero! Non posso, proprio non posso presentarmi con un abituccio! Faresti brutta figura anche tu".
Lui aveva annuito, anche se della brutta figura gli importava sino a un certo punto. Personalmente, non aveva il benché minimo problema: il solito smoking, e via.
"Per una donna, caro insensibile", gli aveva spiegato Pamela, tra il serio e il faceto, "l'abito è come la pelle per il serpente. Ti immagini un serpente che va a una première in jeans e maglietta, o, se proprio vuoi, in minigonna? Ti pare che stia bene? No, vero?".
Nik amava il surreale, e si era compiaciuto della spiegazione.
Ora, nel negozio, affondato in una poltrona, ripensava a queste affettuose scaramucce mentre si guardava pigramente in giro, in attesa della prossima uscita di Pamela dalla cabina. Poi, mentre lei misurava un altro abito (verde spento, con un décolleté abissale) giocando all'indossatrice su e giù per la passerella, Nik si accorse di essere senza portafoglio. "Per la miseria", sussurrò, "dove diavolo l'ho cacciato?". Provò in tutte le tasche, ma non c'era nulla. Pensò anche di essere stato vittima di un furto... ma dove? quando? Poi ricordò, improvvisamente, che aveva cambiato pantaloni per essere più elegante, abbinando quelli neri alla giacca grigia che indossava. Gliel'aveva imposto Pamela, in modo che potesse assisterla con un abito adatto a un negozio di lusso. E già, aveva lasciato il portafoglio nell'altro paio di calzoni, quelli di grisaglia, dopo averlo riempito per bene di banconote, in previsione dell'acquisto del vestito di lei. "E adesso? E se il denaro di Pamela non bastasse?", si domandò. Sapevano bene che quel negozio accettava solo contanti.
Risolse che la soluzione migliore era di chiederglielo subito. Attese che rientrasse in cabina e poi le sussurrò, attraverso la tenda: "Immagino che tu abbia abbastanza pecunia per il vestito. Perché c'è un piccolo contrattempo... ho scordato a casa il portafoglio". Immediatamente spuntò, di tra le tende, l'incantevole viso di Pamela. Aveva gli occhi spalancati: "Ma io non ho preso praticamente nulla! Toccava a te rifornirti di denaro... Oh, che guaio! Ma non te ne sei accorto quando hai pagato il taxi?".
"L'hai pagato tu, Pam"".
"Giusto, hai ragione... Però ho il libretto degli assegni... e la carta di credito. Prova a chiedere, Nik".
La confessione dello psicologo era stata intercettata dalla proprietaria del negozio, una bella donna bruna. Doveva essere una sportiva, pensò lui, a giudicare dalla sua linea e dall'elasticità con cui si muoveva. Immediatamente apparve ai due. "Signora", le si rivolse subito psicologo, che sapeva la difesa migliore essere l'attacco, "le va bene un assegno, vero?". La donna gli mostrò, con un sorriso quasi malizioso, ...